Praxis. Scuola di filosofia
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IX edizione 21-22-23 luglio 2022 c Forlì |
► Praxis |
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Alex Pagliardini Il reale del sesso è il godimento. Si tratta di un’affermazione semplice. Meno semplice è trarre da questa affermazione le necessarie conseguenze. Che ne è del sesso una volta affermato che il suo reale è il godimento? Che ne è del godimento una volta affermato come reale del sesso? Per iniziare a bazzicare la linea necessaria tracciata da questo nodo può essere utile non dimenticare un assioma freudiano: il reale del sesso è la causa, la sola causa, di ogni sintomo! Alex Pagliardini, psicoanalista, vive e pratica a Roma. Tra i suoi testi Jacques Lacan e il trauma del linguaggio (2011), Il sintomo di Lacan (2016), Lacan al presente (2020), ... o peggio. Frequentare il Seminario XIX di Lacan (2022). --- Olivia Guaraldo Mi propongo di problematizzare il rapporto fra sesso e genere alla luce della riflessione femminista sulla differenza sessuale e della posta in gioco - militante e teorica ad un tempo – di quella riflessione, mossa non da una aspirazione all’uguaglianza e all’inclusione ma proprio da un loro rifiuto. La teoria femminista della differenza si è posta il difficile (forse impossibile) compito di sessuare il pensiero, di introdurre nel suo discorso l’elemento materiale della corporeità - e quindi della differenza nella sessuazione. Tale sfida si legava alla possibilità di inceppare il ‘macchinario teorico’ (Irigaray) della tradizione filosofica maschile, liberando così una nuova dimensione generativa del pensare. Che ne è oggi, in un’epoca in cui il genere prevale nettamente sul sesso – anche all’interno del femminismo teorico – di quel rifiuto dell’uguaglianza e dell’inclusione ma soprattutto di quella generatività? ---- Franco Ferrari (Università di Pavia) Il contributo si focalizza sul Timeo di Platone, il grande dialogo dedicato alla generazione (genesis) e alla costituzione fisica e metafisica dell’universo. Il tema dell’incontro annuale di «Praxis», ossia il «genere» nelle sue diverse declinazioni, può venire affrontato a partire dal Timeo da numerosi punti di vista. Se ne propongono almeno tre. Il primo attiene al genere letterario dell’esposizione cosmogonica di Timeo: si tratta, come è noto, di un racconto (mythos) e per la precisione di un «racconto verosimile». Si intende analizzare la natura di questa scelta, le finalità che l’hanno determinata e l’orizzonte di attesa epistemica che essa comporta. Il secondo significato della nozione di «genere» attiene alla divisione (diairesis) ontologica dei generi dell’essere, che, come è noto, presenta due momenti: una prima divisione tra l’essere e il divenire e una sua estensione con l’introduzione del terzo genere, ossia la «necessità» (ananke), che assume la forma del «ricettacolo universale» e della spazialità (chora), e che è destinato a rappresentare un fattore determinante nella costituzione ontologica della realtà fisica. Il terzo aspetto su cui si intende concentrare l’attenzione pertiene alla presenza nel dialogo di un uso massiccio di immagini e metafore che richiamano il motivo della «generazione», evocato in particolare nell’idea che l’universo fisico sia il prodotto di un atto generativo riconducibile all’unione tra un padre e una madre, che simboleggiano rispettivamente il piano divino e trascendente delle idee e il ricettacolo universale, ossia il terzo genere. Franco Ferrari (1964) è attualmente professore ordinario di Filosofia antica presso l’Università di Pavia, dopo avere insegnato la medesima disciplina per 20 anni presso l’Università di Salerno. Si è formato con Mario Vegetti e ha poi trascorso 4 anni in qualità di Humboldt-Stipendiat presso l’Università di Münster, lavorando sotto la direzione di Matthias Baltes al progetto «Der Platonismus in der Antike». Ha tenuto corsi e seminari in numerose università e istituzioni straniere, soprattutto in Germania, Svizzera, Francia, Spagna, Argentina e Perù. I suoi interessi di ricerca si focalizzano sulla filosofia di Platone e sulla ricezione del platonismo nell’antichità (medio e neoplatonismo). Ha curato per la collana dei «Classici Greci e Latini» della Bur l’edizione del Parmenide (2004), del Teeteto (2011) e del Menone (2016) di Platone. Per il Mulino ha pubblicato una Introduzione a Platone (2018) e La «Repubblica» di Platone (2022). Con Federico Petrucci ha curato la nuova edizione critica del Timeo per la collana della «Fondazione Lorenzo Valla» (2022). È membro del comitato scientifico di numerose riviste internazionali tra le quali «Antiquorum Philosophia», «Revue de Philosophie Ancienne», «Intersezioni» e «Iride». Nel 2014 è stato direttore scientifico del progetto UNESCO «La via dell’essere: Elea-Velia» del Forum Universale delle Culture; tra il 2013 e il 2019 è stato coordinatore unico della collana «International Plato’s Studies». --- Caterina Zanfi Caterina Zanfi è Ricercatrice al CNRS/École normale supérieure di Parigi. È autrice di Bergson, la tecnica, la guerra (Bologna 2009), Bergson e la filosofia tedesca (Macerata 2013, trad. in francese, tedesco e russo) e ha curato volumi collettivi sull’antropologia filosofica, la filosofia della vita, la storiografia filosofica durante la Prima guerra mondiale. È Presidente della Société des amis de Bergson dal 2018, dirige l’International Research Network del CNRS sul bergsonismo nella storia globale della filosofia (2021-2025) e codirige con Frédéric Worms la rivista Bergsoniana. ---- Riccardo Manzotti Riccardo Manzotti è professore ordinario di filosofia teoretica alla IULM di Milano. Laureato prima in ingegneria elettronica e poi in filosofia, dottore di ricerca in robotica, Fulbright Visiting Researcher presso l’MIT di Boston, si è sempre dedicato alla coscienza nell'uomo e nell'intelligenza artificiale. In Italiano ha pubblicato da poco "La mente allargata" (Il Saggiatore, 2019). Il suo lavoro è disponibile su riccardomanzotti.com. Cristina Amoretti Le varie scienze sono tradizionalmente deputate a offrirci una descrizione vera, oggettiva e razionale del mondo, che non dipende da ideologie e valori sociali, culturali o idiosincratici. L’ideale di una scienza libera da valori ha una lunga tradizione, ma se andiamo a indagare come si generano concetti e conoscenza all’interno della reale pratica scientifica scopriamo come tale ideale non sia solo irraggiungibile, ma nemmeno auspicabile. Sostenere che la generazione di concetti e conoscenza non possa prescindere da elementi valoriali non significa però dover abbandonare l’idea che la scienza sia oggettiva e razionale, e che dovremmo pertanto fidarci dei suoi risultati. Cristina Amoretti è professoressa associata di Filosofia della scienza presso l’Università di Genova. È stata visiting researcher presso la Technischen Universität München, la Ruhr-Universität Bochum, il King’s College London e l’University of Malta. Attualmente è presidente dell’Associazione Italiana di Scienze cognitive e direttrice del Research Center for Philosophy of Health and Disease. Le sue aree di specializzazione sono la filosofia della medicina e della psichiatria. Il suo ultimo libro è Filosofia della scienza: parole chiave (con D. Serpico, Carocci, 2022). Francesco Galli “Viviamo in tempi di incertezza e cambiamento accelerato. La pressione sui sistemi politici, economici e sociali sta aumentando ulteriormente mentre si passa dalla pandemia a una nuova fase di grandi tensioni geopolitiche. In tempi di crisi, la generazione di azioni creative devono essere prese rapidamente e spesso al di fuori dei normali processi progettuali Francesco Galli Ricercatore e Professore di Leadership and Creative Thinking alla IULM Università Milano, Phd in Design Leadership al Politecnico di Milano Design School. Giovanni Leghissa Giovanni Leghissa (Trieste, 1964) è Professore Associato presso il Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’educazione dell’Università di Torino. Redattore di “aut aut”, direttore della rivista online di filosofia “Philosophy Kitchen”. Tra le sue pubblicazioni: Per la critica della ragione europea. Riflessioni sulla spiritualità illuminista (Mimesis, Milano 2019);(con G. Becchio) The Origins of Neoliberalism (Routledge, London 2016); Postumani per scelta. Verso un’ecosofia dei collettivi (Mimesis, Milano 2015); Neoliberalismo. Un’introduzione critica (Mimesis, Milano 2012). Postumani per scelta. Verso un’ecosofia dei collettivi (Mimesis, Milano 2015). The Origins of Neoliberalism (Routledge, London 2016, con Giandomenica Becchio). Per la critica della ragione europea. Riflessioni sulla spiritualità europea (Mimesis, Milano 2019). Ha curato, con Enrico Manera, il volume Filosofie del mito nel Novecento (Carocci, Roma 2015). ---- Rocco Ronchi è ordinario di Filosofia teoretica presso l’Università degli Studi di L’Aquila. Tiene corsi e seminari in varie università italiane e straniere. Insegna filosofia presso l’IRPA (Istituto di ricerca di psicoanalisi applicata) di Milano. Dirige le collane "Canone Minore" per la Mimesis di Milano e “Filosofia al presente” della Textus edizioni di L’Aquila.
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