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Docenti relatori | |||||||||||||||||||
Gaetano Chiurazzi (Università di Torino) |
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Partecipano ai lavori | |||||||||||||||||||
Florinda Cambria (Università di Varese) Philosophy Kitchen di Torino |
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L'edizione 2017 della Scuola di Filosofia Praxis si terrà nell'ultima settimana di Luglio e avrà come tema |
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direzione della scuola Rocco Ronchi PRAXIS sede dei corsi
Sala Ex Consiglio |
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«Esperienza e verità» è il tema scelto per il primo corso della Scuola. Esso evoca l’ispirazione centrale che ha guidato nei secoli il cammino della filosofia e che ha alimentato il suo fondamentale contributo alla edificazione di un sapere condiviso: un sapere che nasce nel tempo storico e secondo differenti configurazioni ed esperienze sociali, ma che sempre di nuovo ripropone, oltre e al di là di ogni particolarismo, la questione essenziale della verità. Sempre di nuovo (immer wieder) la ricerca filosofica persegue infatti il problema del senso globale del vivere, sollevando una domanda di verità nel cuore stesso dell’esperienza quotidiana di tutti, in dialogo con i saperi particolari delle scienze e delle tecniche, con le ideologie e con le fedi religiose, ma anche con una propria radicale autonomia di finalità e di metodo. In conformità al tema, i seminari della Scuola muoveranno dalla proposta di alcune pratiche filosofiche esemplari, per incamminarsi poi sulla via di un rinnovato e personale incontro con le figure, attraenti e insieme perturbanti, che l’evento e il problema della verità assumono nel nostro tempo. |
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L'evento non è soltanto l’oggetto privilegiato dell’interrogazione filosofica contemporanea – dal pragmatismo americano alla filosofia deleuziana, passando attraverso il pensiero di Whitehead, di Heidegger, fino alle ricerche in corso di Sini e Agamben – ma è anche il modo in cui la pratica filosofica stessa, dopo l’insurrezione nietzscheana, è giunta ad auto-comprendersi e a problematizzarsi, trascinando nel gorgo inaugurato da questa vertiginosa domanda l’intera storia dell’Occidente |
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La tecnica è solo una gigantesca protesi dell'esperienza umana? Quali sono i confini che separano la natura dall'artificio? Ma, soprattutto, si dà realmente questa linea divisoria? La coscienza e l'automa sono effettivamente due regni separati, e in sostanziale conflitto tra loro, o partecipano della stessa natura? L'atto del vivente e l'operazione tecnica sono tra loro eterogenei oppure si dispongono su un piano di continuità? E, infine, come ripensare una esperienza allargata alla natura, ai suoi processi, e non più confinata alla sola dimensione dell'umano modo d'essere? Come superare quei dualismi (natura-cultura, mente-corpo, tecnica-vita ecc.) che, paralizzando il pensiero, sono all'origine della devastazione del pianeta? “Che cosa farai dunque della filosofia? Dove ti volgerai, se non hai una soluzione per questi problemi?” (Platone, Parmenide, 136 c 6-7 |
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